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Ventottesimo giorno

La domenica è il giorno che odio di più anche nei periodi normali, perchè non solo uno è nove volte su dieci distrutto dalla settimana, ha anche la consapevolezza che la settimana sta per ricominciare. Inoltre, di solito sono piena di compiti e il giorno dopo ho tre lezioni in Conservatorio, quindi c'è anche quello studio.

Ecco, data questa premessa potete solamente immaginare quanto poco mi piaccia la domenica in quarantena; senza videolezioni, o altro. In poche parole la domenica diventa semplicemente il "giorno compiti", nient'altro.

Oggi mi sono svegliata intorno alle nove e mezzo, con una fame da lupo sono andata in cucina e ho trangugiato in meno di cinque minuti il mio yogurt cioccolato e pera e poi sono corsa sul mio letto a scrivere questo post. Finora la mia giornata è stata piuttosto banale. Appena avrò finito qua andrò a fare i compiti o a suonare, devo decidere, e probabilmente stasera guarderò The Blues Brothers con i miei genitori.

In questi giorni sto girando una sorta di "mini documentario" sulla quarantena, e ogni giorno faccio una clip in cui dico come mi sento, che cosa sto facendo e a volte riprendo anche da lontano le persone con la mascherina, perchè ancora quelle poche volte che esco mi fa impressione vedere tutti con guanti e mascherina, come fossimo in un film distopico girato dopo l'esplosione parziale della Terra. Cerco di fare domande ai miei genitori, per esempio "cosa pensi si possa imparare di positivo da questa esperienza?" oppure "dove passi la maggior parte del tuo tempo in casa?", e adesso ho chiesto a qualche parente e amico di mandarmi una breve registrazione in cui esprime una sua riflessione sulla quarantena. Da quando mi sono svegliata ho già espresso un desiderio: uscire a mangiare un gelato e poi andare al parco, come faccio praticamente tutti i giorni dell'anno in questo periodo.

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