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Il covid-19 dal mio

punto di vista

Che qualcosa era cambiato l'ho capito persino io, un pastore tedesco di quasi cinque anni. E non perchè ho guardato il telegiornale o cose simili (sono un cane, mica posso fare queste cose) ma perchè dal portarmi fuori al massimo, proprio quando ero fortunato, due volte al giorno adesso i miei padroni si contendono il guinzaglio per portarmi nell'area cani. E io sono felice, eh, perchè nell'aria cani del nostro palazzo c'è un barboncino adorabile che si chiama Princess ed è semplicemente stupenda. Però poi le volte hanno cominciato a diventare tante. proprio tante. Nel senso che mi portavano fuori almeno tre volte la mattina e poi quatro al pomeriggio, praticamente ogni ora Non capisco perchè lo facciano, sta di fatto che le mie zampe sono a pezzi e io sto cominciando a nascondermi sotto il letto quando sento che tirano fuori il guinzaglio. Il coronavirus fa schifo!

la promessa della noia

 

Essendo io la noia da  molti anni, ne ho viste di tutti i colori.

Ma qualcuno che si ribellasse a me non c’è mai stato. Che poi, a cosa si dovevano ribellare, questi umani? Io mica esisto fisicamente! Cosa potevano fare, picchiarmi? No di certo. Avrebbero colpito solo tanta aria. Gridarmi in faccia? Ma quale faccia!? Le loro parole si sarebbero disperse con il vento.

Però, direte voi, se vi parlo ho un cervello e soprattutto una bocca. Voi, inconsapevolmente, mi fate da tramite per parlarvi. Infatti quando siete annoiati da dove vi parlo io? Dalla mente, esatto.

Io faccio tutto quello che un corpo gassoso come il mio non può fare dentro al vostro. Senza accorgervene mi portate al ristorante, mi offrite il pranzo, mi fate godere dell’aria fresca con una passeggiata. Una volta sono persino andata ad un concerto dentro a uno di voi. Mi sono divertita, e per un’emozione come me divertirsi è strano.

Un giorno  me ne stavo bella tranquilla dentro il corpo della Regina Elisabetta,  mentre lei, influenzata da me, strapazzava i suoi servitori perché la facessero divertire. Quando entro nei corpi della gente posso farli andare di qui o di là, su o giù ma loro, per tutto il tempo della mia permanenza nel loro corpo, si annoiano moltissimo. Annoiare la gente famosa è particolarmente divertente perché loro sono convinti che la fama equivalga a non annoiarsi mai. Vedeste la regina Elisabetta che faccia ha quando si annoia!

Quel giorno avevo particolarmente voglia di cibo tailandese e cercavo di convincere la Regina a ordinare un take-away.

Ma ve la immaginate la regina Elisabetta che tira su il telefono dicendo:- Pronto, qui la Regina Elisabetta d’Inghilterra, vorrei ordinare un menù completo tailandese per cena, consegna a domicilio a Buckingham Palace, grazie-?

Non mi sembrava molto appropriato e così mi sono messa a fluttuare per tutta Londra cercando qualcuno che avesse voglia di mangiare tailandese. Ma non c’era nessuno. Allora sono andata a Hong Kong, ma anche lì niente. Poi a Rio De Janeiro ma, per dirla alla brasiliana, nada.

Mi sono consolata pensando che al mondo siete 8.000.000.000 e qualcuno doveva pur avere voglia di tailandese, se non altro un tailandese! 

E’ così che ho conosciuto Giovanni, un bambino di cinque anni.

La sua mamma stava proprio andando ad ordinare un tailandese, e io mi sono lasciata trasportare, senza influenzare i suoi comportamenti. Quello che mi interessava era solo sentire il sapore del riso speziato attraverso le sue papille gustative.

Mentre camminavamo la mamma di Giovanni ha estratto il cellulare dalla borsa per chiamare un certo Mauro.

-Pronto?- ha fatto questo.

-Non ci crederai!- ha esclamato la donna, che secondo me parlava con il marito:- Giovanni si è messo in testa di scrivere una lettera alla noia!-

E il marito:- In che senso? La noia mica esiste!-

Io mi incuriosii tantissimo.

E la donna, paziente:- Ha detto proprio così: sono stufo di annoiarmi, scrivo alla noia, lei mi aiuterà!-

E il marito:- Sono proprio curioso di vedere questa lettera!- e così si chiuse la telefonata.

Ero troppo curiosa per aspettare di ordinare e tornare a casa. Pensai che mi sarei reinserita nella donna appena avesse mangiato.

Appena arrivata a casa di Giovanni trovai la lettera sul tavolo.

Diceva così:

CARA NOIA,

MIO NOME ESSERE GIOVANNI, TUO ESSERE NOIA? IO TANTO NOIATO, TU PUO’ FARE QUALCOSA?

Ora, di norma i bambini di cinque anni non sanno scrivere, punto primo, ma poi, punto secondo, perché un bambini di cinque anni dovrebbe sprecare le sue prime parole per me, la noia?

Il giorno dopo entrai nel corpo di un uomo, gli feci scrivere e mandare la mia risposta.

Carissimo Giovanni,

Ciao, sono la noia, sono felice che tu mi abbia scritto, tranquillo, risolverò il problema.

Vedrai, ti prometto che non ti annoierai mai più!

Feci molte esplorazioni in casa sua per capire se c’era stata una risposta per me. Ma niente.

Ho persino provato a entrare nei genitori, per chiedergli se c’era stato qualcosa, anche solo una parola.

Quando, dopo mesi, mi ha risposto  ho capito che il furbetto voleva solo essere sicuro che io avessi rispettato la promessa. E quando l’ha capito, solo allora, mi ha voluto ringraziare.

 Scaltra la nuova generazione!

La verità è che io non ho fatto NIENTE per smettere di annoiarlo.  Ha fatto tutto da solo, si è convinto, e in voi umani la convinzione è molto potente, che una forza superiore gli impedisse di annoiarsi e tanto è bastato.

Ha passato tutte le elementari con la mia lettera nel Diario, poi ha cominciato a tenerla nella tasca dei jeans, nella cover del telefono, poi nella borsa del lavoro e infine attaccata con una corda al bastone da passeggio. La lettera era diventata un foglio stinto e spiegazzato, ma lui non se ne separava mai. Giovanni ha avuto una vita piena di amicizia, amore ed entusiasmo; non si è mai annoiato.

Quando, ormai novantenne, si è ammalato gravemente ho deciso di andare a trovarlo perché sapevo che non gli restava molto tempo da vivere. Sono entrata nella sua mente e mi sono fatta riconoscere, gli ho fatto sentire che qualcuno era lì con lui, dentro i suoi pensieri. Ho visto la sua sofferenza e gli ho augurato che la morte arrivasse presto per interrompere le sue pene.

-Sei la morte?- ha sussurrato lui quando mi ha percepita.

-No, sono la noia.- ho risposto.

-Eccoti finalmente. Hai mantenuto la tua promessa, la mia è stata una vita bellissima per merito tuo – ha detto con la sua voce flebile.

-Sai, piccolo grande Giovanni, io non ti ho mai fatto niente, hai fatto tutto tu!- gli ho confessato.

Lui ha aspettato un po’, poi ha mormorato un debole “grazie” e ha esalato il suo ultimo respiro.

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