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I gatti

Buongiorno, io sono Anita.

Oggi parliamo di gatti. Sono infatti tra le poche persone nel mondo a convivere con un felis catus di sei anni, in casa mia noto come Elio.

Quando avevo circa sette anni, io e mia mamma siamo finalmente riuscite a convincere mio papà a prendere un gatto. Lui non era molto dell’idea, è sempre stato un grande fan dei cani.

Ora che tutti gli abitanti della casa erano dell’idea, si poteva finalmente procedere con l’effettiva adozione di un gatto. Su una cosa eravamo tutti d’accordo: non avremmo preso un gatto di razza.

Per quanto belli e particolari, secondo me hanno molti lati negativi: innanzitutto, costano, spesso cifre spropositate. E inoltre la maggior parte di questi gatti sono estremamente pigri e con una voglia di vivere sotto quella dei cetrioli. Per esempio mio cugino ha preso un main coon qualche anno fa; questa specie è caratterizzata da due principali aspetti, e in primo luogo c’è sicuramente il fatto che arrivano a pesare fino a dieci kg, raggiungendo lunghezze di oltre un metro, e inoltre io li trovo spiccicati ad una lince. Per cortesia cercate su Google e ditemi se non sembrano riduzioni in scala dei cugini felini. Dicevamo, hanno adottato questo Maine coon, Artù, che è sicuramente un gatto molto bello e imponente, ma che è davvero un soprammobile. Ha passato qualche settimana a casa dei miei nonni quando i miei zii e mio cugino erano in vacanza, e io andavo spesso a trovarli e a giocare con Artù, e durante quel periodo mi sono resa conto di come fosse pigro e svogliato. Era come non averlo, sembrava davvero un bambolotto, che poteva essere messo in qualunque posizione, tanto non aveva la voglia di spostarsi.

Elio invece è stato preso da una casa di Cinisello, dove la gatta del proprietario aveva fatto una decina di cuccioli. Dopo essersi scritti su Facebook, mia mamma e il ragazzo si erano accordati su quale gatto prendere. Anzi, su quale gatta prendere. Infatti, nei giorni prima di andare a “ritirare” Elio, eravamo convinti che fosse una femmina, e così lo era anche il ragazzo di Cinisello. Avevamo quindi passato quei giorni a cercare nomi chiaramente femminili per questa presunta gattina.

Un giorno finalmente io, mia mamma e mia nonna andiamo a prendere Elio e lo troviamo in una stanza insieme ai suoi fratelli, talmente magro che gli si vedevano le ossa, con le pulci e con come cibo un piatto di maccheroni al pomodoro, innanzitutto poco indicati per la dieta felina e, soprattutto, quasi più grandi di lui!

Dopo che ci eravamo tutti accorti della sua impressionante mascolonità, l’abbiamo portato a casa e sono iniziati dei giorni dove lui stava sempre sulle sue, terrorizzato che dei fratelli oramai inesistenti gli rubassero il cibo o che noi gli facessimo del male. Con il tempo ha iniziato lentamente a fidarsi, e ora è un gatto davvero davvero affettuoso. Si è legato specialmente a mia mamma, che da sempre lo nutre, gli pulisce la sabbia e, soprattutto, passa tantissimo tempo con lui. Infatti lei lavora da casa, e mentre io sono a scuola e mio papà è al lavoro loro due rimangono da soli a farsi centinaia di coccole!

Negli anni Elio ha avuto centinaia di soprannomi. Innanzitutto, abbiamo deciso di chiamarlo Elio perché ha due macchie nere sopra gli occhi che ricordano tantissimo le grandi sopracciglia di Elio, da Elio e Le Storie Tese. Questo nome l’ha voluto mio papà, che non essendo ancora contento di ritrovarsi un gatto in casa ha deciso di reclamare il diritto di chiamarlo come voleva. Dopo poco, a Elio si è aggiunto il suffisso “coda a gradino”. Infatti, pare che quando fosse piccolo piccolo avesse passato molto, troppo, tempo in una scatola e la sua coda, allora fatta di cartilagine e, sopratutto, a penzoloni sul bordo, ne avesse preso la forma. È sempre meno evidente, ma toccando la sua coda si sente ancora un piccolo “gradino” sulla parte centrale.

Ma Elio Coda a Gradino è durato poco, perché poi è subentrato, in circostanze misteriose, il termine “Cicione”. Ora Cicione è come chiamiamo Elio quasi sempre, ma soprattutto Cicioneria è il termine che usiamo per indicare quando è al massimo della sua bellezza, con la pancia all’aria per le coccole e gli occhi chiusi. Uno spettacolo.

Parlando di stereotipi e luoghi comuni, molti pensano tante cose negative sui gatti. Per esempio, la maggior parte delle persone che non ha un gatto pensa che siano animali estremamente asociali, che è come non avere. Innanzitutto, il tempo che passano con il padrone è estremamente variabile da gatto a gatto, ma in generale se sono affettuosi e vengono trattati come esseri viventi e gli viene donato amore e cure tendono ad essere molto socievoli e affettuosi. Certo, ci sono gatti che tendono a farsi gli affari loro, ma per qualche persona asociale non diciamo che la specie umana è distaccata dal mondo, no? Anzi, come disse il grande Aristotele “l’uomo è un animale sociale”.

Un altro stereotipo è che il gatto rifiuta praticamente ogni cibo e fa lo schizzinoso, mentre il cane mangia tutto quello che gli viene messo davanti. Io non sono una grande esperta di cani, perché non ne ho mai avuti e confesso che alcuni mi spaventano anche, ma vi posso dire che, sì, i gatti non sono facilissimi da accontentare sul cibo, ma è principalmente perché hanno una grande voglia di cambiare. Dopo qualche giorno che mangia le stesse scatolette cominciano a MANON piacergli più, quindi per non vedervi rifiutare il cibo continuamente dovete proporgli una dieta variegata.

Passiamo al latte. In ogni film, cartone o serie tv che contenga un gatto lo si vede bere più latte che acqua, e oramai si è creata la leggenda metropolitana che i gatti abbiamo effettivamente bisogno del latte, quando non è assolutamente vero. Informandomi ho scoperto che la maggior parte di loro ne è effettivamente ghiotta, ma sono gusti. Per esempio, Elio detesta il latte. Quindi il latte non è un alimento essenziale per loro, ma è semplicemente una cosa buona, come gli umani con la pizza, che non ne hanno bisogno, ma a chi piace la mangia volentieri.

Non so se effettivamente ci siano persone che credano al fatto che i gatti hanno sette vite, ma chiariamo che da un punto di vista puramente scientifico una cosa del genere è impossibile. Una volta che il cuore smette di battere, a meno che non ci sia un pronto intervento medico, è impossibile che magicamente torni a pompare sangue nel corpo. Sì, gli animali sono particolarmente resistenti a cadute e malattie, ma fidatevi che, purtroppo, i nostri amici pelosi non hanno 7 vite.

Parlando invece di acqua, posso confermare che i gatti, perlomeno la maggior parte, l detestano. Elio è molto curioso, in realtà, ma appena viene a contatto con dell’acqua che non sia quella da bere nella sua ciotola scappa terrorizzato. L’unica eccezione che conferma la regola è avvenuta qualche anno fa: mia mamma stava facendo il bagno, e ad un certo punto mi chiama per farmi vedere Elio, che si era piazzato sul bidé davanti alla vasca e la fissava interessato. Dopo pochi secondi, si è lanciato nell’acqua con gli artigli tesi, e meno male che l’ho afferrato prima che entrasse completamente, altrimenti rischiavano di farsi male lui e la mamma. La soluzione che abbiamo trovato per spiegare questo insolito comportamento è stata che è così legato a mia mamma che vedeva il rilassante bagno come una situazione di pericolo e si è pensato in grado di salvarla, ma con scarsi risultati.

Insomma, i gatti sono secondo me degli animali domestici eccezionali. Hanno un’intelligenza incredibile, e sono davvero sensibili. Ricordo ancora una sera di quattro o cinque anni fa dove una me di sette anni piangeva disperatamente perché non voleva dormire da sola: Elio, che non veniva mai in camera mia, e tantomeno sul mio letto, allora un mezzo soppalco, si arrampicò fino a me e, una volta capito che ero tanto triste, cominciò a strusciarsi contro di me, a fare le fusa e a darmi delle delicate testatine. Rimase con me finché non mi tranquillizzai. Spesso succede ancora che si piazzi vicino a me quando sono pronta per dormire, ma se con mia mamma si addormenta subito, con me rimane sveglio a controllare che vada tutto bene, e quando oramai mi sono addormentata profondamente decide che può andarsene.

Tante persone pensano male dei gatti, li reputano degli animali domestici inesistenti, ma non è così. Tutto sta nel vostro atteggiamento verso di loro, ma in linea di massima da ciò che ricevono: se riceve amore, conforto e attenzioni darà altrettanto.

Se prima di questo episodio eravate indecisi se prendere o no un gatto, spero di avervi fatto capire che ne vale la pena.

Vi auguro un buon proseguimento di giornata, e ci vediamo quando avrò qualcos’altro da dire qui, su Ebony And Ivory.

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